Ancora una volta il 2020 si rivela un anno a dir poco atipico e imprevedibile. Non solo dal punto di vista sanitario, ma anche climatico: dopo il primato della temperatura più alta mai registrata nella storia, arriva anche quella più bassa mai rilevata nell’emisfero Nord, precisamente di 69,6 gradi sottozero. Si tratta in realtà di un’analisi a posteriori di una misurazione effettuata il 22 dicembre 1991 da una stazione meteo automatica dell’Università di Wisconsin Madison posta a 3.105 metri di altezza al centro della calotta ghiacciata della Groenlandia, ma resta comunque un record.
Battuto il precedente
Un gruppo di studiosi ha pubblicato gli studi sulla rivista specializzata Quarterly Journal of the Royal Meteorological Society attribuendo il nuovo primato alla stazione automatica Klinck che misurò -69,6 gradi. Battuto quindi il precedente primato che era detenuto dalla Siberia, dove per due volte i termometri si erano fermati a – 67,8 °C: la prima volta a Verchojansk nel febbraio 1892 e la seconda a Ojmjakon nel gennaio 1933. Ora il nuovo record è in fase di valutazione da parte dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) dell’Onu. Il primato assoluto di freddo rimane saldamente in mano dell’Antartide, nell’altro Polo, dove il 21 luglio 1981 nella base russa Vostok la temperatura scese a un gelido -89,2 °C.
Ci sono voluti molti anni per confermare il record groenlandese in quanto gli analisti hanno dovuti rintracciare tutti gli studiosi coinvolti nel progetto degli anni Novanta e stabilire l’esatto posizionamento del sensore di temperatura sopra la superficie ghiacciata. Secondo gli standard del Wmo per essere convalidate le temperature devono essere rilevate a un’altezza compresa tra 1,25 e 2 metri dal suolo per evitare influenze della massa ghiacciata. Dopo accurate analisi, considerando anche la quantità di neve caduta in quei mesi, è stato accertato che il sensore si trovava 1,90-2 metri sopra il ghiaccio, quindi in un intervallo compatibile con la validazione del record.
Quest’estate il record opposto
Un freddo glaciale, che non è stato registrato nel 2020 ma che segue comunque alla notizia della temperatura più calda mai rilevata sul pianeta. Il fatto risale al 16 agosto scorso, nella Death Valley. Nell’area desertica degli Stati Uniti la colonnina di mercurio ha raggiunto i 54,4 gradi Celsius (129,9 gradi Fahrenheit), la temperatura più alta mai registrata sulla Terra da oltre un secolo. La stazione automatizzata del Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti a Furnace Creek, in California, vicino al confine con il Nevada, ha rilevato il picco alle ore 15.41 e secondo gli esperti di condizioni meteorologiche estreme potrebbe essere la temperatura più alta mai registrata in modo attendibile sul nostro pianeta.
Attendibile perché nel secolo scorso sono state registrate due temperature più alte: sempre nella Death Valley il 10 luglio 1913 quando nel Greenland Ranch furono registrati 134 ° Fahrenheit (56,7 gradi Celsius), mentre l’altra verificata dall’Organizzazione mondiale della meteorologia superiore a quella di ieri è stata registrata nel luglio 1931 a Kebili in Tunisia, quando la colonnina di mercurio toccò i 131 Fahrenheit (55 gradi Celsius). Primati che però gli studiosi mettono in discussione per gli strumenti utilizzati ai tempi. Il meteorologo Bob Henson spiega sul blog dell’American Geophysical Union: «Ci sono numerose discussioni sulla validità dei record stabiliti nella Death Valley nel 1913 e in Tunisia nel 1931. Quello che possiamo dire con grande sicurezza è che, se confermata, quella raggiunta ieri è la temperatura più alta osservata sulla Terra in quasi un secolo».
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