In programma dal 23 luglio all’8 agosto, le Olimpiadi tornano ad essere un tema dibattuto dopo che un articolo del Times, citando fonti interne al governo giapponese, ha divulgato l’intenzione di annullarle. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il governo nipponico hanno smentito in modo categorico l’ipotesi del quotidiano inglese. “Nessuno vuole essere il primo a dirlo, ma l’opinione diffusa è che sia troppo complicato, e personalmente non credo che si faranno” sono le parole che il Times ha attribuito ad un autorevole membro della coalizione di governo. L’obiettivo sarebbe dunque quello di concentrare gli sforzi sulla prossima candidatura, ovvero i Giochi del 2032 (nel 2024 si terranno a Parigi e nel 2028 a Los Angeles).
“Nulla di vero nell’ipotesi di annullamento”
Un membro del governo, Manabu Sakai, ha smentito quanto riportato dal Times. E Yuriko Koike, governatrice di Tokyo, ha sostenuto l’opportunità di agire per vie legali contro la stampa responsabile della circolazione della notizia. Per l’organizzazione dei Giochi sono già stati spesi oltre 20 miliardi di euro, tuttavia in diversi sondaggi citati da Associated Press, l’80% dell’opinione pubblica si è espresso a favore di un rinvio o di un annullamento delle Olimpiadi. Si stima un coinvolgimento di circa 11mila atleti e decine di migliaia di allenatori, membri degli staff, funzionari, giudici e addetti. Altri 4.400 atleti parteciperanno alle Paralimpiadi, in programma dal 24 agosto al 5 settembre. L’unico modo per ospitare i Giochi in totale sicurezza sarebbe che la popolazione giapponese (127 milioni di persone) ci arrivasse in buona parte vaccinata, così come tutti quelli che entrerebbero nel paese dall’estero. È una prospettiva altamente improbabile, tuttavia non si è proprio parlato di “piano B”. “Allo stato attuale non abbiamo alcuna ragione di credere che i Giochi Olimpici non si apriranno il 23 luglio allo stadio nazionale olimpico di Tokyo”, ha affermato il presidente del Comitato olimpico Thomas Bach.
Strumenti di controllo e prevenzione ad hoc
Le misure del CIO, non diversamente da quanto fatto da altri enti organizzatori di eventi sportivi negli ultimi tempi, si concentreranno su test, quarantene, distanziamento e isolamento degli atleti. Gli organizzatori degli Australian Open hanno prenotato dei voli charter per far spostare giocatori e staff dalle varie parti del mondo, prevedendo per tutti un periodo di quarantena all’arrivo.
Uno degli aspetti più contestati riguardo alla decisione di posticipare i Giochi, a marzo 2020, fu la scarsa tempestività nella comunicazione del rinvio. Nessun paese, ad oggi, ha ancora annunciato di voler ritirare gli atleti, ma alcuni leader di governo hanno iniziato a sollevare qualche perplessità in merito alle possibilità del Giappone di ospitare regolarmente l’evento.
Costanza Falco
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