Con il decreto legislativo 28 febbraio 2021 in vigore dal 3 aprile dello stesso anno riguardante la normativa in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi, si rifiniscono le misure di salute e sicurezza anche per questo tipo di costruzioni, legiferando anche per i siti considerati minori.
In una logica di semplificazione, con particolare riguardo ai fruitori e agli spettatori, mirando a tutti gli interventi comunque necessari per riqualificare le infrastrutture sportive non più adeguate alle loro esigenze funzionali, il soggetto che intende realizzare l’intervento deve presentare al Comune o al diverso ente locale o pubblico interessato, in intesa con una o più Associazioni o Società sportive dilettantistiche o professionistiche utilizzatrici dell’impianto, un documento di fattibilità progettuale ed economica e, affiancato, un piano di possibili alternative che equilibri i costi ed i benefici per la collettività.
Il documento, che comprende anche gli immobili funzionali all’impianto sportivo, analizza qualsiasi tipo di soluzione sia che parta da una nuova costruzione sia che contempli una demolizione. Deve prevedere il giusto inquadramento nel paesaggio circostante nel totale rispetto dei beni culturali e dell’ambiente che lo circonda.
La normativa, in ogni caso, è chiara: la priorità è il recupero di impianti esistenti e, preferibilmente, localizzati in aree già edificate. Non viene dimenticato neanche lo spettatore che troverà una struttura di somministrazione delle bevande e, compatibilmente, anche un rivenditore di articoli e prodotti sportivi lì dove c’è una capienza di almeno 500 posti al coperto o 2000 allo scoperto.
Dal punto di vista tecnico-strutturale, ogni azione tiene conto del rischio sismico ed idrogeologico della struttura stessa e per la parte che riguarda gli spettatori e le aree da loro fruibili.
Così come devono essere assicurati sistemi di separazione tra zona spettatori e zona attività sportiva, le vie d’uscita, i varchi ed i depositi del materiale tecnico, si rivela di primaria importanza regolare l’accesso e l’esodo in sicurezza degli spettatori e dei vari utenti che a qualsiasi titolo utilizzano l’impianto, dei mezzi di soccorso, inclusi gli spazi di manovra e stazionamento degli stessi, agendo nel rispetto del massimo affollamento previsto per l’impianto e del sistema di vie d’uscita dallo stesso, nonché i criteri progettuali e gestionali finalizzati a prevenire i fenomeni di violenza all’interno e all’esterno degli impianti sportivi, tenuto conto della redditività degli interventi e della gestione economico-finanziaria degli impianti sportivi.
Ovviamente nel totale rispetto delle norme tecniche europee (UNI EN).
La parola finale che decreta l’apertura dell’impianto, dopo le idoneità tecnico strutturali appunto, la dà la Commissione unica che opera presso il Coni e che ha giurisdizione anche per l’impiantistica sportiva scolastica. Il compito fondamentale è che sia previsto tutto il necessario per gli sport che si andranno a praticare nel rispetto della fruibilità e delle legislazioni internazionali.
Al centro di ogni azione, resta sempre una fondamentale condizione: tutte le strutture realizzate devono rispondere alla massima funzionalità. Per questo, alla base di ogni progetto, c’è uno studio della pratica sportiva che farà capire come realizzare le costruzioni più adatte a rispondere alle esigenze di chi pratica un determinato sport.
Silvia Dassie
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