Le nostre case cambieranno.
Non sarà più la casa di una volta. Anche le nostre abitazioni subiranno delle modifiche causa coronavirus e in particolare tutto ciò che concerne il design. Il lockdown ha funzionato per sviluppare la mente di architetti, scienziati e ingegneri a ripensare totalmente l’ambiente domestico e tutti i mobili, elettrodomestici che ne fanno parte.
Tutti ci siamo ritrovati chiusi in casa inaspettatamente e gli spazi sono diventati ‘stretti’ per vivere, seguire le lezioni scolastiche, lavorare, mangiare e riposare. Dunque un tutt’uno col mondo esterno. Siamo inoltre stati sensibilizzati sull’importanza di case e ambienti lavorativi a prova di germi e tutto ciò che ci circonda è divenuto forse inadeguato.
Dal frigorifero alla lavatrice, dalle maniglie delle porte agli abiti e alle scarpe indossati per uscire a fare la spesa sono diventati fonte di preoccupazione perché ricchi di sporco e germi. Le nuove necessità non si perderanno con il diminuire dei contagi. Perché nel frattempo ci stiamo abituando ad alcune regole igieniche e, inoltre, non tutto della ‘clausura’ è stato negativo. Il tempo passato fra le mura domestiche ha fatto scoprire l’importanza delle nostre case non più vissute di fretta. Il tutto alla pari di ‘alberghi’ dove dormire o mangiare, ma come luoghi per vivere in modo più articolato e per più tempo.
Non solo cose negative
La riflessione ora passa alle nostre case e su come l’isolamento abbia dato anche buoni frutti in nome di una nuova convergenza degli spazi casalinghi, sostiene un nutrito gruppo di designer e imprese di architettura e del campo immobiliare italiane scelte come panelli di ricerca condotto da Filippo Cesarino sul design di EXS Italia, società di Executive Search di Gi Group.
Nel prossimo futuro supereremo la concezione di casa come l’abbiamo pensata e vissuta fino a prima dell’emergenza sanitaria – si legge nel focus – in nome di un maggiore confort casalingo a cui non si rinuncerà più e di nuovi spazi e sistemi dedicati alla cura. Cambia il rapporto tra vita privata e professionale nell’uso degli ambienti casalinghi, assisteremo perciò a breve ad una riorganizzazione integrale degli spazi.
Cresce l’esigenza di sfruttare in modo migliore anche gli spazi esterni come giardini, verande e terrazze, aumenta la necessità del co-living e aumenta in modo esponenziale – dicono i designer interpellati da EXS – l’attenzione per la tutela della salute. Per cui i luoghi di lavoro e di socialità devono essere progettati con una attenzione massima. Questa deve includere l’igiene e la sicurezza degli spazi con sistemi di sanificazione a prova di germi, inquinamento e allergeni.
Nuove aree
Ma la vera svolta sarà ricreare nuove aree in quelle che già abitiamo. Come per esempio la cabina armadio o la zona in prossimità dell’armadio può includere un’area per l’igienizzazione a vapore di capi e accessori con sistemi di stiratura verticali che stanno andando per la maggiore anche nei luoghi di lavoro per pulire e rinfrescare divise, camici e magliette per il personale.
Nuovi i box igienizzanti a forma di armadietto dove riporre abiti e accessori usati fuori casa. Dotati di un sistema igienizzante a vapore sembrano eliminare polvere, sporco superficiale, cattivi odori, acari e germi. In nome dell’igiene scompariranno a breve anche le maniglie dalle porte, veicoli di germi e sporco passato di mano in mano? Ingegneri e architetti insieme stanno mettendo a punto nuovi sistemi divisori touchless per alberghi ed uffici che potrebbero diventare il futuro anche per i luoghi destinati all’aggregazione casalinga.
Seguono nuovi sistemi igienizzanti applicati agli aspirapolvere e scope elettriche con metodi di filtraggio elevati di tipo HEPA. Questi trattengono fino al 99% polvere e allergeni e filtri antibatterici applicati ai frigoriferi che, nel giro di 24 ore, riducono i batteri del 99% e raddoppiano il tempo di freschezza degli alimenti.
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