Valentino Rossi non intende fermarsi. Il pilota italiano, dopo aver riflettuto sul suo futuro, sembra abbia deciso di continuare a correre per altre due stagioni. Una notizia accolta con grande entusiasmo da tutti i fan del Dottore, ma che vedrà l’annuncio ufficiale solo dopo il primo GP post-lockdown a Jerez, in programma questo weekend. La leggenda del numero 46 continuerà, a caccia di nuovi record nonostante l’età e il livello sempre più alto del circuito. Ma niente è impossibile per un uomo capace di vincere 9 mondiali e che si appresta a vivere le sue stagioni numero 26 e 27.
Un nuovo accordo e un nuovo ruolo
Come si sapeva, Valentino non proseguirà con il team ufficiale Yamaha, dove il suo posto è stato preso dall’astro rampante Fabio Quartararo, ma con il team satellite Petronas in coppia con l’allievo e amico Franco Morbidelli. L’impegno siglato parlerebbe di una stagione (la 2021) più un’opzione per la seconda (2022) e la moto naturalmente sarà la M1 ufficiale, in tutto e per tutto uguale a quella dei piloti del team factory (con Quartararo resta Vinales). L’accordo con la casa di Iwata infatti prevede solo il primo anno come certezza del futuro di Valentino, mentre il secondo dipenderà da lui. Probabilmente la scelta sarà influenzata dai risultati che otterrà da qui alla fine della prossima stagione e dagli stimoli, che però difficilmente mancheranno vista la passione che ci mette il motociclista marchigiano fin dal 1996, anno dell’esordio nel Motomondiale.
In cerca di soddisfazioni
Si risolverebbe così un dilemma che sembrava dovere agitare l’avvio di stagione 2020 previsto per il 19 luglio a Jerez. «Decideremo se continuare dopo le prime gare», era infatti il refrain di Valentino e del suo entourage in queste settimane. Invece la scelta è arrivata ed è evidente che, in pieno Rossi style, non si tratterà di passerella o di un correre per correre. L’idea principale è divertirsi, togliersi qualche soddisfazione da podio o da singola gara e magari insidiare il record di Gp vinti di Giacomo Agostini (Rossi è a meno 7, durissima ma non fantascienza).
L’idea del decimo titolo invece, sempre più complicata visto lo strapotere Marquez e il livello degli avversari, non è un’ossessione ma un’eventuale opportunità che il Dottore vuole essere pronto a cogliere come fece quasi nel 2015. La scelta dice che la testa è sempre la testa. Se il fisico, e soprattutto la moto, corrisponderanno al pensiero, Valentino sarà ancora protagonista. Nell’era della MotoGp in emergenza e senza pubblico, questo è pura benzina per tutti.
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