Classe 2002, piedi scalzi e capelli a caschetto. Madame, tra determinazione e distruzione degli stereotipi, è stata l’artista rivelazione di questo Sanremo. La diciannovenne ha gareggiato confrontandosi con dei cantanti Big ben più rodati, eppure si è fatta notare. Fino a poco prima del grande Festival, infatti, si era esibita in “non più di dodici concerti, tra l’altro con poche persone”. Nella classifica finale di Sanremo è arrivata ottava, vincendo il premio della critica come miglior testo: il successo riscosso fra i coetanei è emblematico.
Francesca Calearo, questo il suo vero nome, ha portato sul palco la generazione Z. Un vero e proprio simbolo di fluidità di genere, difficoltà di comunicazione, voglia di farsi sentire e consapevolezza. Nella vita di tutti i giorni, studia in DAD per preparare l’esame di maturità, ma all’Ariston ha dimostrato di avere un talento e una presenza scenica decisamente incantevoli. Libera e svincolata da qualsiasi categoria, ha dichiarato apertamente di essere attratta sia da uomini che da donne e di vivere la sua sessualità in modo sereno, senza il bisogno di dover dare alle sue preferenze un’etichetta. “Vivo con normalità questa cosa. Non sento il bisogno di dover aderire a determinati gruppi o movimenti”. Madame è emblema di una generazione che vuole vivere le proprie emozioni in modo libero, lontana da stereotipi e limiti.
La preferenza del momento che ricade sugli abiti
In base al proprio sentore, Madame sceglie il portamento e lo stile con cui salire sul palco per presentarsi al pubblico. In prima serata mascolina, vestita di specchi con cravatta e completo. In terza serata professoressa, calata in una performance incentrata sull’incapacità di comunicare in un mondo in cui l’istituzione scolastica è sparita dietro gli schermi dei computer. Nella quarta, è madre con un completo con il seno disegnato. Un ibrido nell’outfit della finale: giacca, gilet e pantaloni. In testa un velo nuziale su cui spicca la parola Voce. Perfetta sposa di se stessa.
Cosa succedeva fuori?
L’uso dei social network le permette di essere vicina alla fascia generazionale che rappresenta. La sua fanbase è da sempre molto forte, sin dalla sua collaborazione con Marracash, ed è in continua crescita. “Non vedo fisicamente i fan, ma riesco comunque a percepire il loro calore e la loro stima”. Il suo rapporto con i social, è fatto di amore e odio, come afferma in un’intervista a Domani Press: “Con i social ho un rapporto particolarmente ambiguo e bipolare. Ci sono volte in cui li adoro, e altre in cui non voglio saperne assolutamente nulla. Forse è qualcosa che dovrei imparare a gestire meglio, capendo quando è necessario delegarli ad altri e quando no”. Anche a livello musicale, ama infrangere le regole: “Io non ho un genere. Non mi vedo rapper, non mi vedo popstar. Sono un’artista a trecentosessanta gradi perché mi piace sperimentare molto. Ho affrontato il palco di Sanremo con naturalezza, concentrandomi sull’orchestra e cercando di divertirmi davvero, senza pensare a quello che succedeva fuori”.
I ragazzi impazzivano. E, forse per la prima volta, si riconoscevano davvero in Sanremo.
Voce, del resto, è molto di più che un pezzo su un amore non ricambiato. È dedicato a se stessa, nonostante sia utilizzata la seconda persona: Madame parla del suo volersi bene. Un tema duro e profondo per i più giovani, che nella solitudine della pandemia hanno imparato ad affrontare sé e la propria interiorità, conoscendosi e riscoprendosi.
Costanza Falco
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