Nell’ultima settimana, le principali aziende tecnologiche quotate sull’indice Nasdaq di Wall Street hanno bruciato oltre 1.000 miliardi di capitalizzazione. Tra le peggiori c’è Tesla.
Sono i giganti che hanno superato meglio la crisi finanziaria ed economica dell’emergenza Covid-19, ma ora i titoli tecnologici stanno attraversando uno dei loro periodi peggiori degli ultimi tempi sulla piazza della Grande Mela. L’indice Nasdaq di Wall Street, dove sono quotate le principali aziende del settore, ha infatti perso quasi il 4% nell’ultima seduta a causa soprattutto di una serie di vendite da parte degli investitori, e nel complesso ha riportato un calo di oltre il 10% nelle ultime tre sessioni.
I giganti
Complessivamente, i grandi colossi come Facebook, Amazon, Apple, Tesla, Microsoft, Alphabet e Netflix hanno bruciato in sette giorni oltre mille miliardi di dollari. Nello specifico, alla riapertura di Wall Street dopo la chiusura per il Labour Day, le azioni Apple hanno subito perdite per oltre il 6%, facendo scendere la capitalizzazione al di sotto del traguardo dei 2mila miliardi conquistato il mese precedente, mentre Facebook e Amazon hanno lasciato sul campo rispettivamente il 4% e il 3,5%.
A mostrare però la situazione peggiore è, come detto, il gigante dell’auto elettrica Tesla, che, dopo la crescita esponenziale registrata nell’ultimo periodo, ha visto il proprio titolo crollare di oltre 20 punti percentuali nella sola giornata di martedì 8 Settembre. A pesare su questo risultato negativo è soprattutto l’esclusione del titolo Tesla dal paniere delle aziende dello Standard & Poor’s 500, che raccoglie le cinquecento società statunitensi con capitalizzazione maggiore. A sua volta, in aggiunta, questo indice ha perso circa 2,4% del suo valore, nella sua peggiore seduta degli ultimi mesi. Tesla vacilla anche a causa dell’annuncio da parte di General Motors dell’acquisizione di una quota dell’11% del produttore di camion elettrici Nikola. La notizia ha fatto guadagnare al titolo di Nikola oltre il 39% e a General Motors il 7,93%.
Un crollo motivato
Secondo gli analisti, ad aver scatenato la pioggia di vendite che ha fatto calare così drasticamente i principali titoli di Wall Street avrebbero contribuito da una parte il nuovo crollo del petrolio, che registra un -8,2% sul costo del barile a causa del calo della domanda, e dall’altra le incertezze sulla ripresa economica.
Infine, secondo quanto si legge su Business Insider, a complicare ulteriormente la situazione e a evidenziare i contorni di una bolla speculativa rispetto i titoli dell’indice Nasdaq è possibile che abbiano giocato un ruolo anche le imponenti compravendite di azioni da parte della giapponese SoftBank, che possiede partecipazioni in tutte le principali aziende tecnologiche americane.
Costanza Falco
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