Una delle poche attività a livello mondiale che nonostante tutto riesce a tirare avanti è lo sport professionistico. Senza pubblico o a presenza ridotta, con rigidi protocolli da seguire, ma per ora continua. Tra questi ce n’è uno che in Italia è considerato uno sport di nicchia, ma che a breve coinvolgerà anche dei nostri connazionali in una competizione internazionale: parliamo delle freccette. Il mondo delle “darts” nel nostro Paese è poco conosciuto e spesso viene associato ad un gioco tipico da pub; verità a livello amatoriale ma che non rende giustizia a uno sport che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, che ha sempre più seguito in tutto il mondo e che muove sempre più soldi tra premi e diritti televisivi. Merito soprattutto di Barry Hearn, presidente della principale organizzazione internazionale delle freccette, la Professional Darts Corporation. Con gli investimenti e le idee innovative di Hearn (tra l’altro presidente anche della World Professional Billiards and Snooker Association), la PDC è cresciuta anno dopo anno, aiutando il movimento a raggiungere una dimensione globale. Le competizioni principali del circuito, prima della pandemia, riuscivano a riempire i palazzetti di tutto il mondo anglosassone (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord ed Eire), ma anche quelli olandesi e tedeschi. Negli ultimi anni ci sono anche stati diversi tour mondiali, con tornei organizzati negli Stati Uniti, in Asia e in Oceania. L’Italia non ha una grande scuola attualmente e per questo non vede giocatori competere ad alti livelli; eppure, in uno dei major più importanti e particolari della PDC saremo protagonisti.
L’Italia alla World Cup of Darts
Si tratta della World Cup of Darts. È l’unica competizione del circuito PDC che si gioca in coppia, formate per nazionalità. I due giocatori vengono scelti in base al ranking: i primi due per nazione formano il duo che andrà a giocarsi il torneo. Per le nazioni che non hanno giocatori nel ranking, come l’Italia, si giocano ogni anno delle qualificazioni interne. Anche quest’anno gli azzurri faranno parte del torneo: è infatti dal 2013 che non manchiamo l’appuntamento con la World Cup.
Purtroppo però l’Italia non è mai riuscita a superare il primo turno: l’anno scorso è arrivata la prestazione migliore della storia contro il Canada, quando Andrea Micheletti e Stefano Tomassetti hanno fatto registrare un average di 95.47 (la media del risultato delle tre frecce scagliate, aggiornato ad ogni freccia). Numeri da professionisti, che però non hanno evitato l’ennesima sconfitta. Anche quest’anno il compito sarà arduo visto che il sorteggio ha accoppiato l’Italia con la Spagna, che può contare su due professionisti come Toni Alcinas e Jesus Noguera, rispettivamente numero 69 e numero 108 al mondo. Alcinas tra l’altro può vantare, assieme a pochi altri “freccettari”, il record di aver partecipato ad ogni edizione di questa competizione, nata solo 10 anni fa. L’Italia per questa edizione 2020 conferma Andrea Micheletti, che quindi giocherà la sua seconda World Cup of Darts, ma rispetto all’anno scorso ad affiancarlo ci sarà Daniele Petri, che non partecipava dal 2017.
Storia della World Cup of Darts
Nata nel 2010, fino al 2018 la competizione era stata dominata da Inghilterra e Olanda, che si erano equamente spartite tutte le 8 edizioni. Curiosamente, a parte la prima vittoria olandese firmata Raymond Van Barneveld-Co Stompè, gli unici a vincere la World Cup sono stati per gli olandesi il già citato RvB e Michael van Gerwen, ininterrottamente il numero 1 al mondo dal lontano 2014, mentre per gli inglesi Adrian Lewis e Phil Taylor, la leggenda per eccellenza di questo sport. Poi l’anno scorso il trionfo scozzese della coppia Peter Wright-Gary Anderson, altre due vere leggende del circuito PDC. Entrambi però non prenderanno parte al torneo nel 2020 a causa dell’emergenza Covid e per la prima volta nella storia la nazionale detentrice del trofeo non sarà testa di serie: a sostituirli infatti ci saranno John Henderson e Robert Thornton, che non sono sicuramente dei big rispetto ad altri duetti presenti. Come detto il format è molto particolare: alle partite singole al meglio dei 7 leg si alternano, se necessario, dei set giocati in doppio. Per tradizione e valore dei giocatori gli inglesi Rob Cross e Michael Smith sono sicuramente i favoriti. MvG non sta vivendo un 2020 eccezionale, anzi, e da quando l’amico Van Barneveld ha smesso di giocare non è ancora stato affiancato da un giocatore all’altezza (Wattimena nel 2019, Noppert quest’anno), anche se gli olandesi rimangono tra i principali aspiranti al titolo. Da tenere d’occhio il Galles, capitanato da un super Gerwyn Price, e la Repubblica d’Irlanda, finalista l’anno scorso e in cerca di conferme. Mai come quest’anno però la World Cup sembra aperta a tutti, e allora attenzione alle possibili sorprese come l’Irlanda del Nord di Daryl Gurney, il Belgio di Kim Huybrechts e Dimi Van Den Bergh, la giovane Germania e infine alla sempre insidiosa Australia di Simon Whitlock. In palio per i primi classificati ci sono 70.000 sterline e in generale il “prize fund” di quest’anno ammonta a 350.000 sterline. Basti pensare che nella prima edizione il totale era di 150.000 sterline, a dimostrazione del continuo e costante sviluppo della PDC e di pari passo di questo sport, in Italia sottovalutato dai più ma in grado di emozionare grazie a giocate incredibili dal punto di vista tecnico, contraddistinto da impressionanti capacità di calcolo e di velocità, in attesa che torni il pubblico chiassoso e variopinto che forma una cornice iconica e unica al mondo.
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